Quando l’elefante può convivere con il topolino

Martedì scorso Rita ed io abbiamo assistito al primo forum dedicato all’extralberghiero, tenutosi a Milano presso la sede di Confcommercio.

Naturalmente tutti i riflettori erano accesi sugli appartamenti affittati da privati per brevi periodi, la cui crescita vertiginosa di numero e di fatturato sta meravigliando gli stessi operatori specializzati e gli esperti di turismo.

Il merito principale deve essere riconosciuto senza alcun dubbio ai grandi player globali, senza la cui forza propulsiva, volontà di espansione e indubbie capacità di marketing e di comunicazione questi risultati sarebbero ancora lontani anni luce. Parlo di tutti indistintamente, senza riferimenti precisi al posizionamento di mercato o ai vantaggi – concreti o più “psicologici” di appartenenza – promessi ad host e clienti dal singolelefanteo. Cito i più importanti: Airbnb, ormai sinonimo di sharing economy, Booking.com, il gruppo Expedia, di cui fa parte Tripadvisor e in cui è confluito di recente il gruppo Homeaway, a sua volta costituito da Homelidays e da altri portali ancora. Davvero c’è da andare nel pallone, riflettendo soprattutto sul fatto che questi megacolossi vendono “relazioni” tra privati – il proprietario dell’appartamento e i suoi ospiti -, atmosfere di casa, autenticità degli incontri e del territorio.

Che spazio dunque possono ritagliarsi i piccoli circuiti locali di appartamenti e B&B? Il marketing ci insegna che più una realtà è piccola, più deve distinguersi dai leader andando nella direzione opposta, colmando eventuali spazi lasciati liberi, offrendo qualcosa che i colossi, per forza di cose, non possono garantire. Queste mini organizzazioni possono ad esempio personalizzare al massimo il contatto con i clienti, spesso così anonimo presso le grandi società, lasciando da parte le prenotazioni on line e puntando invece esclusivamente al rapporto diretto telefonico o via e-mail.  Arriveranno così ad intercettare quelle persone – ancora tante – che non hanno tempo e voglia di cercare una struttura ad hoc navigando tra mille e più proposte, che desiderano avere un unico referente di fiducia – consulente professionale, in grado di identificare per loro la sistemazione più idonea, di fornire subito tutti i dati necessari non contenuti nel sito, flessibile e disponibile in caso di bisogno. E così i proprietari, che possono sempre avere lo stesso interlocutore quando hanno un problema o un quesito, cosa non fattibile quando si ha a che fare con organizzazioni complesse, dove le persone del centro assistenza si alternano in continuazione…sempre che siano persone e non risposte standard alle FAQ. Insomma un servizio di consulenza e di assistenza su misura per ognuno…anche questa è sharing economy.

Giulia Carosella

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Rita

Consulente turistica italiana e travel designer. Dopo un'esperienza di quattro anni in Svizzera Romanda sono rientrata felicemente in Italia, vivo e lavoro tra Milano e il Lago Maggiore da sempre con la mia amica Giulia. Sono specializzata in turismo d'affari, turismo culturale e naturalistico. Turismo sostenibile ed esperienziale, marketing turistico. Ho scritto a quattro mani un manuale sul Bed and Breakfast e altri due sulla promozione e commercializzazione delle strutture ricettive extralberghiere e sulla gestione degli Afitti Brevi/Short Lets. Mi occupo anche di formazione per operatori in ambito turistico.

2 pensieri su “Quando l’elefante può convivere con il topolino”

  1. Buonasera ho visitato questo sito e avrei un quesito da sottoporre. Ho una casa di mia proprietà dove risiede mio figlio che ha un reddito minimo, ha pensato di utilizzare la casa per il bed & breakfast per integrare il suo reddito. Può farlo?

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    1. Certamente Giacomina,
      dovrà solo seguire le indicazioni della legge regionale di riferimento, a meno che non lavori per un ente pubblico.
      In questo caso è bene verificare.
      Cordialmente.
      Rita

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